Famiglia Nostra GENNAIO-FEBBRAIO 2017

Cari amici lettori, nei primi mesi di questo nuovo anno la nostra Congregazione ha concluso il ricordo
della nascita della sua Fondatrice: lei ci sveglia e ci chiama a tendere l’orecchio alla voce di Dio e alla voce dei piccoli che chiedono il suo aiuto. In questo numero della rivista siamo contenti di potervi raccontare alcune delle tante iniziative di formazione, di festa e di preghiera che sono fiorite
nelle nostre comunità in diverse parti del mondo
in occasione del compleanno di santa Paola Elisabetta.
Insieme alla festa c’è anche la sofferenza: un ciclone ha flagellato le nostre comunità del Mozambico, che ci chiedono preghiere e aiuti. Il tempo della Quaresima che abbiamo da poco iniziato
è una occasione buona per chiederci se c’è qualcosa a cui possiamo rinunciare per aiutare che ha bisogno di noi.

Curitiba

La città di Curitiba si trova nello stato del Paranà, in Brasile. Ha una popolazione di 1.551.000 ab., su un territorio di 432 Kmq ad un altezza s/m di 934 metri.curitiba2

La storia della città

Curitiba nella lingua delle tribù indios significa “terra dei molti pini”. E’ la capitale dello Stato del Paranà. Ha quasi 1.600.000 abitanti ed è situata 400 km. più a sud si São Paulo. Fondata nel 1692 è una delle città più antiche del Brasile. Città “europea” con un reddito pro capite al di sopra della media nazionale si prepara ad essere la quarta forza economica del Brasile. La popolazione, nella quasi totalità discende da immigrati, soprattutto italiani, polacchi, tedeschi e ucraini. Pur con il suo volto europeo conosce anch’essa i problemi e le difficoltà di tutte le altre città brasiliane: povertà, violenza, disuguaglianza sociale, emarginazione, meninos de rua.

La storia della nostra presenza

Curitiba 00-06La fondazione della Parrocchia di Sant’Ignazio d’Antiochia martire risale al 28/02/1976. Con il Curitiba 00-16suo affidamento alla Congregazione avvenuto in data 16/01/2000, ha preso avvio la più giovane delle nostre Comunità Brasiliane che, oltre alla pastorale parrocchiale e agli interventi caritativi in favore dell’infanzia e delle famiglie più disagiate, si occupa prevalentemente della formazione dei giovani candidati alla vita religiosa e sacerdotale che hanno chiesto di far parte della nostra famiglia religiosa. Poiché la città è dotata di buone scuole filosofiche e teologiche e offre valide opportunità per la preparazione culturale dei giovani, il 23 gennaio 2001 è stato inaugurato il Seminario teologico della nostra Delegazione brasiliana, costruito nel corso dell’anno giubilare 2000, nel quale ora si trova un buon gruppo di giovani in ricerca vocazionale che vive la propria esperienza formativa con la vita comunitaria, lo studio, la preghiera e il discernimento.

Jandira-Itapevi

La storjandira6ia della città

Jandira in lingua Tupì Guarany significa “favo di miele”. L’inizio della sua storia coincide con quello di una sconosciuta località dove le locomotiva per Sorocaba si rifornivano di legna. In questo luogo immerso nei boschi, arrivò negli anni cinquanta la famiglia Sammartino con alcuni altri pionieri che acquistarono una grande estensione di terra che lottizzarono. Ebbero così inizio i primi stanziamenti e sorse un villaggio che, cresciuto in questo sperduto “luogo delle palme”, nel giro di pochi decenni è diventato la Jandira di oggi. Giuridicamente la città è divenuta municipio indipendente da Cotia l’8 dicembre 1964.

La situazione socio economica

In questi ultimi anni la città di Jandira ha subito una profonda modificazione, così come la gran parte della periferia della grande città di San Paolo. È cresciuto il tenore di vita, sono cresciute le possibilità di lavoro, si è stabilizzata la presenza delle famiglie sul territorio. Mentre alcuni anni fa si trattava di una città dormitorio che non offriva nessun tipo di lavoro, oggi le grandi industrie si stanno trasferendo in questa regione e danno la possibilità agli abitanti di Jandira di incontrare lavoro vicino a casa. Questo favorisce il radicarsi delle famiglie sul territorio e richiede allo stato di organizzare le forme di vita civile. Non sempre i comuni riescono a far fronte alle nuove esigenze. Ancora molte sono le situazioni di precarietà circa la salute e l’educazione. I centri di apprendimento medico sono scarsi e poco funzionali, le scuole sono spesso contenitori poveri con un basso livello di insegnamento. Si sta vincendo piano piano il fenomeno dei “meninos de rua”, quei bambini cioè che sono costretti a trovare qualche tipo di lavoro (vendere qualcosa sugli autobus, pulire le scarpe, portare la spesa) per far quadrare il bilancio domestico spesso aggravato dalla mancanza del padre e da un salario molto basso della madre. Sta sicuramente crescendo la fascia media della popolazione, ma ancora persistono gravi disparità tra coloro che possiedono tantissimo e coloro che sono costretti a vivere nella necessità.

La nostra storia in Jandira coincide con quella della città. Fin dalla sua fondazione ci siamo occupati del servizio religioso, in seguito abbiamo creato le condizioni per avviare una vera comunità parrocchiale che venne dedicata alla «Madonna Aparecida» ed ebbe ufficialmente inizio nel 1970. L’aumento degli abitanti (oggi 125 mila) rese necessaria una seconda parrocchia che nel 1987 fu dedicata a “San Francesco” e poi, nel 2006, una terza dedicata a “Nossa Senhora de Fatima”. Accanto alla nostra casa sono sorti un centro di accoglienza e una scuola per 450 alunni che senza il nostro aiuto non avrebbero mai potuto studiare perché appartenenti alla classe più povera della città. A Jandira ha sede anche la nostra Regione brasiliana che è il cuore dell’Istituzione in Brasile, il centro propulsore di ogni iniziativa di evangelizzazione e il punto di riferimento di ogni nostro progetto di cooperazione internazionale.

 

ITAPEVI

La storia della città

itapeviLa città di Itapevi si trova  a una distanza di 43 km dalla capitale, il sistema dei trasporti è ben sviluppato, con treni e autobus. I treni viaggiano dalla mattina alle 3.30 fino alla mezzanotte. Le principali attività economiche della città sono l’industria metallurgica e il commercio. Negli ultimi tre anni c’è stata un notevole sviluppo dell’industria. Il patrono della città è san Giuda Taddeo e nel quartiere dove si trova la missione c’è la Parrocchia di Nostra Signora Mediatrice di tutte le Grazie, dove vengono sostenuti circa 400 bambini attraverso i progetti della Pastorale.

I nativi della città di Itapevi sono chiamati ‘itapeviensi’. Itapevi è stata costituita città il 18/02/1959. Il nome della città deriva da ‘fiume di Itapevas’, cioè fiume che scorre su lastre, pietre piatte e questo nome fu dato dagli indios carijos che abitavano questa zona fino alla fine del XIX secolo.

Le famiglie Nunes e Abreu  fondarono un primo nucleo di abitanti incorporato nel vicino villaggio di Cotia per tutto il XIX secolo e portarono molte migliorie come ad esempio la costruzione di una chiesa intitolata al santo patrono Giuda Taddeo. Nel 1875, don Pedro II inaugurò la stazione dei treni di Cotia, facente parte della linea ferroviaria di Sorocabana. Infine, Joaquim Nunes Filho nel 1920 elevò Cotia al titolo di ‘distretto’.

La crescita urbana di Itapevi divampò in particolare nel 1980, quando la città fu scelta per costruire alloggi in grado di ospitare i migranti appena arrivati nella regione. Questo ha fatto di Itapevi una città dormitorio per lo più di salariati di poche conoscenze e competenze e la maggioranza di essi riceve uno stipendio minimo, all’incirca 150 euro, insufficienti ovviamente per garantire una vita dignitosa. La povertà qui è ben visibile e spesso rasenta la miseria. In una situazione così chi paga il prezzo più alto sono come sempre i bambini, di famiglie numerose, abbandonati spesso a se stessi o affidati alla cura di parenti, quasi sempre i nonni. <Frequentano la scuola dell’infanzia o la scuola primaria, non tanto per avere accesso ad una buona istruzione, ma per garantirsi un pasto sicuro. L’alimentazione in questa regione è molto povera, fondamentalmente a base di riso e fagioli e, quando possibile, carne, soprattutto di pollo perché costa meno.

Negli ultimi anni ci sono state frequenti inondazioni che hanno causato tante difficoltà e perdita di molti beni agli abitanti che risiedono lungo il fiume. Le inondazioni causano anche un aumento delle malattie, soprattutto quelle respiratorie e aumento della presenza di insetti con relativo aumento del rischio di contrarre malattie come la malaria e la febbre gialla.

L’assistenza sanitaria pubblica ospedaliera nella città di Itapevi lascia molto a desiderare e non sono rari i casi di decessi in attesa di avere accesso ad esami e trattamenti medici. Chi se lo può permettere usufruisce di assistenza privata.

Le case sono mal costruite e spesso nei quartieri mancano le vie fognarie e l’asfalto. Sono presenti 24 scuole pubbliche e due scuole private per un totale di 53.000 alunni. Purtroppo la scuola accoglie i bambini solamente per mezza giornata, per il resto del tempo le famiglie non sanno come gestire le attività dei loro figli, che il più delle volte si ritrovano a giocare per strada. Sono stati istituiti dei progetti per i bambini e i ragazzi da parte del Comune ma i posti disponibili sono pochi e la maggior parte dei ragazzi non ne può usufruire. Sono presenti uno stadio e la palestra comunale a cui tutti possono accedere per praticare vari sport. La Casa della Cultura offre spettacoli ed eventi artistici in tutte le stagioni dell’anno grazie alla presenza di un teatro e della biblioteca.

I religiosi della Sacra Famiglia, presenti in Itapevi dal 1951 e nel rione ‘Engenheiro Cardoso’ dal 1977, sono da sempre accanto alle famiglie più bisognose, fornendo loro aiuti più che mai necessari. Col progetto che noi definiamo ‘Pastoral da Criança’, mettiamo in atto diverse iniziative. In primo luogo educhiamo le mamme circa l’igiene personale, la pulizia della casa e le istruiamo per un’alimentazione che sia per i piccoli ricca di vitamine e proteine. In secondo luogo, teniamo monitorata, ogni mese, la salute dei bambini piccoli, ci preoccupiamo per le vaccinazioni prescritte e necessarie; controlliamo la crescita dell’altezza e il progresso del peso. Con la bella iniziativa ‘Adozione per un sostegno a distanza’ riusciamo a soccorrere un buon numero di bambini e le rispettive famiglie: sono molti di più coloro che necessitano di aiuto, ma confidiamo sempre nella provvidenza divina.

Montes Claros

La città di Montes Claros, situata nello Stato di Minas Gerais, in Brasile, con la sua superficie di 3.582 km2, una popolazione stimata di 352.384 abitanti (IBGE 2007), occupa il sesto posto nel Minas Gerais nella classifica delle grandi città. Scuole dell’infanzia, elementari e medie vengono offerte sia da parte dello stato che privatamente. Nel campo dell’istruzione superiore agiscono l’Università Statale di Montes Claros (Unimontes), l’Universidade Federal de Minas Gerais (UFMG) e molte altre istituzioni private, rendendo la cità di Montes Claros un efficace e valido centro universitario. Montes Claros ha una buona rete di assistenza sanitaria ma non riesce a soddisfare in pieno le richieste, perché vi convergono le richieste di tutta la regione. Gli eventi culturali sono molto articolati e ricchi: molte feste tradizionali riempiono il suo calendario ma nonostante tutte queste funzionalità, la città ha gravi problemi sociali che richiedono urgente attenzione.

Cercando di minimizzare le conseguenze dannose della siccità che limitavano il loro bestiame (in precedenza il maggior sostegno economico della regione) in 70 anni, la città è cresciuta rapidamente con l’industrializzazione che ha portato allo spopolamento rurale, attirando migliaia di persone dai comuni limitrofi. Tuttavia, c’è stato il fallimento di alcune di queste industrie. Di conseguenza, il numero dei disoccupati è aumentato drammaticamente, impoverendo la sua periferia, che appare come baraccopoli e dimostra tipici problemi sociali della povertà, bambini abbandonati, alcolismo e abuso di droghe, disfunzioni familiari, violenza domestica e urbana, malnutrizione, scarsa igiene, endemiche ed epidemiche malattie, abbandono delle donne, prostituzione (anche minorile), formazione di bande…casa M.C. 00-03

Data questa realtà, la Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Montes Claros, la cui DOC220212-003filosofia di azione è l’impegno assiduo e premuroso per migliorare la situazione, si propone di affrontare questi problemi sociali creando alternative che nobilitano la condizione umana, fornendo un futuro. Per farlo, hanno basato i loro progetti con azioni, che sortiscono effetti correttivi e preventivi grazie a una buona organizzazione, a risorse umane e infrastrutture. Così il CCAP, assistenza del CUORE DI BAMBINI “Paula Elizabete” è un progetto che desidera fornire, attraverso l’educazione, lo sport, l’arte, la cultura e il tempo libero, il valore stimato per l’umanità dei bambini e ragazzi esposti a situazioni sociali vulnerabili e vittime della povertà, dell’abbandono, dello sfruttamento sessuale, della violenza domestica, del lavoro minorile, dell’uso di droghe e dell’assenza di concreti piani di sviluppo. L’iniziativa vorrebbe nel contempo che le potenzialità educative dello sport, della cultura e dell’arte rappresentino per le giovani generazioni un trampolino di lancio per esprimere il proprio talento che la massificazione sociale tende ad annichilire.

La nostra proposta sa offrire 3.500 m² di spazio costruito all’interno di un’area verde di 14.000 quadrati, con sale per vari laboratori didattici, biblioteca culturale e artistico, sala gioco, cucine e sale da pranzo, campo da calcetto, campi da tennis, campo di sabbia, laboratorio Computer e Internet, laboratorio falegnameria, cucito, chioschi, piscine per bambini e giovani. Agiscono all’interno di questa struttura 38 educatori suddivisi in diversi settori e anche 5 apprendisti, 10 volontari brasiliani e 5 volontari stranieri. Abbiamo anche delle partership in atto con diverse realtà: Gruppo Impegno Missionario – Grimm, Petrobras, Elster, Gury Hardware, Freestyle, Numero Uno, Senac, Vale Cafe Leticia, ATC-MC, Sala M. M. Claros, la Segreteria Municipale Istruzione M. Segretariato sociale per lo sviluppo e M. Sport. E come sostegno per l’adozione a distanza di bambini e adolescenti ci avvaliamo della collaborazione dell’Ufficio Missionario della Sacra Famiglia di Martinengo.

Peabiru

Peabiru si trova nello stato del Paranà a circa 300 km dal confine con l‘Argentina ed il Peabiru1Paraguay. La sua economia agricola offre scarse possibilità di lavoro che, di solito, è anche male retribuito. Gli uomini generalmente sono “boia-fria”, ossia lavoratori stagionali impiegati nelle grandi fazendas per la raccolta di caffè, canna da zucchero, soia, cotone. I missionari della Sacra Famiglia in questi decenni hanno dato molto a questa gente. Ora una buona e funzionale struttura ospita più 400 alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Non molto distante da questa scuola è stata realizzata una ‘casa famiglia’ che ospita una dozzina di ragazzi senza genitori, o affidati dal tribunale dei minori al nostro istituto. Organizzano insieme a numerosi volontari la ‘pastoral da criança’ che consiste nel prendersi cura completamente delle famiglie più povere, in particolare dei loro bambini.

 

Assai

La città di Assai si trova nello stato del Paranà, in Brasile. La sua popolazione è di 19.620 abitanti su un territorio di 447 Kmq ad un altezza s/m di 640 metri.
assai2La storia della città
La storia di Assai è legata a quella dell’immigrazione giapponese in Brasile e il suo nome, nella lingua di questi immigrati, significa: “terra del sole nascente”. Fondata ufficialmente il primo maggio 1932 la città divenne municipio il 20 ottobre 1936. I suoi primi abitanti erano tutti immigrati giapponesi che, insediatisi nella valle del fiume Tibagi la disboscarono, si dedicarono all’agricoltura e vi costruirono le abitazioni avviando nella regione un progressivo insediamento di molti altri loro connazionali che, all’epoca d’oro del caffè (anni 50/60), portarono la città ad una relativa floridezza. Oggi i giapponesi sono il 40% della popolazione.

La storia della nostra presenza

La parrocchia cattolica venne fondata dai Missionari della Congregazione del Verbo Divino (Verbiti) che vi costruirono la chiesa parrocchiale inaugurata il 14 maggio 1944. Oltre alla comunità parrocchiale centrale ci sono 12 cappelle rurali e 4 urbane. In città vi è anche la presenza attiva di ben 22 altre diverse confessioni religiose derivate dal cristianesimo, dal buddismo o dallo scintoismo che, insieme, contano circa 3.000 fedeli.

Il 26 gennaio 1986 Il Vescovo di Cornelio Procopio, ha affidato la parrocchia dedicata a “São José” a noi religiosi della Sacra Famiglia di Martinengo. Noi oltre che nell’evangelizzazione, seguendo i dettami e le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa e l’ispirazione della nostra Fondatrice, la Beata Paola E. Cerioli, che voleva un avvenire sicuro per tutti i piccoli soprattutto per quelli in difficoltà perché poveri, orfani, abbandonati, ci stiamo impegnando nel soccorso all’infanzia bisognosa.

Maxixe-Mongue

58459_10151277607101791_723699289_n La città di Maxixe, situata nella provincia di Inhambane nel sud del paese del Mozambico, nel 1913 diventò il primo distretto della provincia, com una popolazione stimata in 105.895 abitanti (censimento del 2007). Confina a nord col distretto di Morrumbene attraverso il fiume Nhanombe, a sud coi distretti di Jangamo e Homoíne.

Il comune di Maxixe è costituito da cinque aree suddivise in 30 località com caratteristiche sia urbane che rurali. E’ considerato la capitale di Inhambane dal punto di vista economico ma nonostante ciò rimane tanta povertà, ci sono problemi di accesso all’acqua potabile, il diritto alla salute non è garantito a tutti, l’igiene è quasi sempre scarsa, i quartieri sono disordinati e il commercio illegale crDSC00110esce con un ritmo allarmante. La popolazione femminile è del 55% e svolge attività informali prevalentemente nell’agricoltura e nel piccolo commercio. Il clima è tropicale umido, l’umidità relativa è intorno al 74% nel mese di ottobre con un massimo del 79% nel mese di giugno. La città di Maxixe è bagnata dalle acque della baia di Inhambane, la vegetazione è molto ricca e si coltivano verdure, ortaggi, cocco, anacardi, mango. E’ molto sviluppata la produzione di oli, saponi, lavorazione del legno e della lamiera.

HPIM0285Come abbiamo già evidenziato, non tutti gli abitanti di Maxixe hanno la possibilità di accedere ai servizi sanitari e devono percorrere lunghe distanze per raggiungere strutture meglio attrezzate. Il settore scolastico di Maxixe necessita ancora di molti investimenti, la città dispone di 26 scuole primarie e secondarie mentre sono carenti i fondi per le scuole dell’infanzia perché si è preferito dare la priorità alle scuole professionali e alle università.

La disoccupazione arriva al 48%, non ci sono molte offerte lavorative e questo porta ad un aumento delle attività illegali in città.P1020360

E’ molto preoccupante il numero dei bambini che non hanno accesso all’ambiente scolastico e vivono in situazioni di rischio sociale, in situazioni di povertà con scarso accesso all’acqua, all’elettricità, al cibo, alla salute. Questo contesto di miseria, disoccupazione, abbandono, emarginazione, violenza e basso reddito procapite aggrava la situazione delle famiglie della zona. I missionari della Sacra Famiglia lavorano a favore dei bambini e delle loro famiglie con attività sociali ed educative cercando di favorire l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro una volta che si è concluso il percorso scolastico.

Marracuene

La città di Marracuene si trova nella provincia di Maputo, in Mozambico. Ha una popolazione di 45.000 abitanti e una superficie di 994 Kmq. Altezza s/m: 40 metri.

La Congregazione della Sacra Famiglia è presente a Marracuene dal 1998 e, oltre alla attività prettamente pastorale di evangelizzazione, sta mettendo in essere una significativa opera P1050629.jpg-1sociale che svolge nel Centro de educação e de instrução Sagrada Família, dove funzionano un Centro per l’accoglienza di minori orfani o comunque in stato di necessità che dispone di 90 posti letto; una Scuola materna con 130 iscritti ed una Scuola superiore con 1.200 alunni. A Marracuene la Congregazione della Sacra Famiglia, attraverso l’opera dei suoi Religiosi, non cerca solo di dare cibo, vestito e casa a chi ne ha bisogno, ma si sforza anche di offrire un ambiente accogliente e familiare dove poter incontrare opportunità educative, possibilità di studio, occasioni di preparazione professionale e speranze in un futuro migliore. Con la bella iniziativa ‘Adozione per un sostegno a distanza’ riusciamo a soccorrere 296 bambini e le rispettive famiglie: sono molti di più coloro che necessitano di aiuto, ma confidiamo sempre nella provvidenza divina.

Localizzazione geografica:

lasciata la capitale Maputo e andando nella direzione nord percorrendo la EN 1, dopo il posto di polizia del km 14, comincia il territorio del DISTRETTO DI MARRACUENE, il cui centro si trova a trenta km dalla capitale. La superficie del distretto è di 833 kmq e si trova alla latitudine 25° 42’20” Sud e longitudine 32° 40’30” Est. Confina a Nord con il Distretto di Manhiça, a Sud con la città di Maputo, a Est con l’Oceano Indiano e a Ovest con il Distretto di Moamba e la città di Matola. Il territorio del Distretto ha una superficie di forma quadrata con il lati lunghi più o meno 30 km, è pianeggiante e sabbioso; è diviso a metà in due parti quasi simmetriche dal fiume Incomati.

Dopo le grandi piogge e le inondazioni di febbraio-marzo del 2000, il Distretto di Marracuene, essendo situato vicino alla capitale Maputo, è stato scelto come uno dei luoghi più favorevoli per creare nuovi quartieri dove mettere le persone che scappavano dalla capitale. Questo esodo ha creato, dal nulla, nuovi quartieri con migliaia di ripartizioni, senza creare le infrastrutture necessarie e senza pensare nelle ricadute sociali collaterali che tutto questo avrebbe generato. In 10 anni gli abitanti del Distretto, che nel 1997 erano 44.000, nel 2007 diventarono 136.784, secondo i dati provvisori forniti dall’INE riguardanti il Censimento della popolazione del 2007.

Situazione socio-economica: come in molti altri Distretti, c’è molta povertà che, se non provoca direttamente la morte, però provoca molte malattie (tra le quali soprattutto la malaria e l’AIDS) che falciano bambini, donne e vecchi; esiste anche lo sfruttamento di bambini/e e donne con lavori pesanti, un forte tasso di disoccupazione, la violenza contro le donne, l’abuso di minori, la diffusione della droga e dell’alcoolismo, la malavita; tutto questo ha come causa, e come effetto, un basso senso della dignità umana e della morale civile.

Educazione e scuole: a riguardo della formazione nelle scuole, nonostante la educazione primaria (elementare) sulla carta, sia un diritto per tutti, le autorità scolastiche sono le prime a lamentarsi per le gravi difficoltà che il bambini/e incontrano nel frequentare con un buon P1050626.jpg-1profitto le lezioni sia per le loro precarie condizioni di salute sia per i lavori agricoli e di pesca a cui i genitori li sottomettono. Generalmente questi bambini/e mangiano molto poco e facilmente si denota in loro un deficit nutrizionale in relazione all’età: deficit che causa la poca resistenza alle malattie infettive. Esistono varie infrastrutture scolastiche distribuite nelle differenti località del Distretto che, nel 2008 formano 24 scuole elementari; 15 scuole elementari e medie; 1 scuola superiore e 1 scuola professionale: totale 41 scuole. Nell’anno scolastico 2008 il numero complessivo degli alunni nel Distretto è di 26.501; di questi 16.678 nelle elementari; 5.086 nelle medie; 2.627 nelle superiori; 681 nelle professionali. Nel Distretto di Marracuene esistono corsi di alfabetizzazione degli adulti con 1.450 alfabetizzanti (629 nel primo livello, 609 nel secondo e 212 nel terzo).

È in questo contesto che i Religiosi della Sacra Famiglia danno un piccolo ma concretocase (3).jpg-1 contributo per lo sviluppo del Distretto, a partire dall’aiuto alimentare, sanitario e educativo ai bambini/e orfani e in precarie situazioni di vita, in collaborazione con le famiglie e le persone di buona volontà, per dare un futuro a coloro che non hanno futuro. In questo modo risponde anche al forte appello dei Vescovi del Mozambico, che in una recente Lettera Pastorale ammoniscono: “la tendenza a non riconoscere i diritti dei più deboli e dei bambini è una realtà che oscura l’orizzonte del nostro paese e interpella tutti. Richiamiamo l’attenzione sul crescente numero di bambini abbandonati da uno o entrambi i genitori, lasciando i bambini ai nonni o semplicemente per strada e facendoli diventare orfani di genitori vivi. Riconosciamo e lodiamo il coraggio di chi li accoglie e la solidarietà sociale di chi se ne fa carico (n° 20). Alla base di tutta questa deplorevole situazione ci sembra essere la degradazione dei valori morali e civili (n° 26). Non è sufficiente lottare contro la povertà materiale, è urgente intraprendere soprattutto una coraggiosa lotta contro la povertà morale e spirituale, che implica il cambiamento del modo di pensare e di agire. Cambiare le infrastrutture sociali e economiche senza una trasformazione interiore è inefficace (n° 27)”. (Conferenza episcopale mozambicana, Impegnati con la giustizia, la riconciliazione e la pace, aprile 2008

La storia della città

La storia della città di Marracuene è legata a quella della conquista coloniale dei portoghesi che la chiamarono Vila Luisa e la resero un luogo dove trascorrere il fine settimana. Situata alla foce del fiume Incomati e alle porte della capitale aveva una grande importanza strategica e per questo durante la guerra civile (1975-1992), vi era stanziata un’importante guarnigione di soldati e il suo territorio venne seminato da migliaia di mine antiuomo. Nel 1885 fu teatro della prima rivolta mozambicana contro gli occupanti e l’avvenimento è ricordato ogni anno, il due di febbraio, con una grande festa chiamata Gwaza-Muthini. Nel 1975 raggiunta l’indipendenza riprese l’antico nome di Marracuene.

La storia della nostra presenza

L’evangelizzazione a Marracuene iniziò nei primi anni del novecento ma la parrocchia venne fondata solo nel 1948. Da quella data fino al 1975 si succedettero alcuni sacerdoti ma, dalMARRACUENE.jpg-1 1975 al 1998, il regime marxista, la guerra civile, gli assalti dei soldati e dei guerriglieri e il rischio mine, consigliarono la chiusura della missione. I missionari della nostra Congregazione, giunti in Mozambico nell’agosto 1997 iniziarono la cura pastorale di questa missione dopo alcuni mesi di ambientamento: il 15 marzo 1998. Le strutture erano fatiscenti e circondate da edifici incompiuti la cui costruzione era incominciata qualche tempo prima. Con l’aiuto dei benefattori in questi anni La Congregazione ha terminato la costruzione della casa parrocchiale, ha ampliato la scuola materna, ha completato il CIM (Centro di Integrazione di Marracuene) e la sua scuola. Ora sta ampliando e ristrutturando completamente la Chiesa parrocchiale.