Mercoledì – 5° di Quaresima

Cattura6Vangelo Gv 8, 31-42
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato… ».
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Non sentiamo il bisogno di imporre a nessuno Cristo, ma abbiamo nel nostro cuore di cristiani una segreta speranza ed una grande certezza: veniamo tutti da lui, e allora noi apriamo gli uomini a Cristo perché sappiamo che si accelera il loro cammino di liberazione («la verità vi farà liberi») e perché non ci sarà mai contrasto tra Cristo e la vera umanità. Cristo rivela l’uomo all’uomo e lo rende libero nella verità.

Martedì – 5° di Quaresima

Cattura14Vangelo Gv 8, 21-30
… «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati»…
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Gesù è venuto su questa terra per noi, perché l’eternità non è altro che la continuazione di quello che noi siamo nel tempo. Lui è venuto per salvare noi, oggi, in questo momento. Ogni momento è l’oggi di Dio. Egli è venuto per salvare noi, per tirarci fuori dal male nel quale ci troviamo. La sua è una proposta di vita per farci vivere. In che cosa consiste essenzialmente questa proposta? Nel camminare nell’amicizia con Dio lasciandoci amare da Lui e amandolo. La proposta che ci fa è di farci vivere come familiari di Dio, persone che hanno in sé lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio, farci vivere come una sola cosa, come fratelli, farci vivere quindi nella novità dell’esistenza. Il significato della sua morte non è altro che quel grido forte che proviene dal suo amore verso ogni uomo. Quand’è che noi ci accorgiamo del grande amore di Dio, di quello di cui noi abbiamo veramente bisogno dentro di noi? Quando alziamo il nostro sguardo a Cristo Crocifisso. Accorgersi di tutto questo grande amore di Dio vuol dire rimanere sconvolti e cambiare vita!

Lunedì – 5° di Quaresima

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Prima lettura Dn 13, 1-9.15-17.19-30.33-62
In quei giorni, abitava a Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna… Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e concediti a noi. In caso contrario ti accuseremo… »… Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me»…
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Coloro che ragionano secondo la fede, amano secondo la virtù della carità, hanno la speranza e la prudenza dello Spirito, sono come Susanna. La prudenza della carne ti fa dire: «Quanto ci guadagno, quanto ci perdo?» Invece la prudenza dello Spirito ti fa dire: «Quanto ci guadagna il Regno di Dio, quanto ci perde?» Mentre ragioni così cresce la giustizia agli occhi di Dio (la giustizia umana è così piccola), la fortezza («Non mi sono tirato indietro») e la temperanza (esseri di Dio che camminano per lui). Dobbiamo arrivare a vivere su questa terra come fossimo già in cielo!

Domenica – 5° di Quaresima

v-quaresimaVangelo Gv 8, 1-11
… «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?»… «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei»…
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Quando mi metto davanti a Gesù mi chiedo: «Gesù, cosa sentivi dentro di te verso quella donna, verso quelle persone? Tu vedevi tutto in un’altra luce, vedevi gli uomini che non camminavano secondo la volontà di Dio ma tu li hai amati! E di fronte a quella donna cosa provavi? Quella donna cercava una felicità, ma tu le volevi bene e volevi che quella donna incontrasse il Padre…» Ad un marito che è stato tradito da sua moglie, io consiglio di mettersi in orazione e far coincidere la propria volontà con la volontà di Dio, chiedendo di far passare dentro di se tutti i sentimenti di Gesù. Se invece di guardare la moglie che lo ha tradito, l’umiliazione che ha provato, l’orgoglio infranto, si mette in Gesù chiedendo: «Gesù, i tuoi sentimenti falli passare dentro di me», piano piano sente che i suoi sentimenti, e il suo pensiero arrivano a coincidere con Gesù e allora, mentre la sua carne odia, il suo spirito arriva a perdonare e, mentre si salva, salva anche sua moglie! Tu continui a far del bene a chi ti fa del male, dici bene di chi ti dice male, preghi per chi ti perseguita, presenti la guancia destra a chi ti ha percosso sulla sinistra? È il tuo amore che è rimasto preso da Gesù!

Sabato – 4° di Quaresima

12800405_969904893097963_6560739604192177085_nVangelo Gv 7, 40-53
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?… ». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui…. «… Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!»…
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Quelli che non andavano a scuola della Bibbia venivano disprezzati. Gesù non è andato alla scuola rabbinica, tuttavia la gente rimaneva sbalordita per quel che sapeva. Perché ha fatto la scelta di non andare? Gesù, Dio che è la pienezza della perfezione, ha scelto di essere trattato come i pastori che erano considerati peggio degli zingari, come le prostitute: essi non potevano andare alla scuola rabbinica perché appartenenti alla categoria dei “cani della terra”. Lo scopo della meditazione, della lettura della Parola di Dio è chiedersi perché Gesù ha fatto quell’azione, chiedersi il motivo profondo. Allora l’intelligenza del Vangelo diventa la mia vita e diventa pensare come la pensa Gesù, sentire come sente lui, in modo che Cristo sia nel mio cuore.

Venerdì – 4° di Quaresima

12804813_970288043059648_8321494382829729587_nVangelo Gv 7, 1-2.10.25-30
… «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia»… «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato»…
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La fame di vedere Dio è presente in ogni uomo, in ogni posto della terra. Ma chi ci può rivelare Dio? Nel suo infinito amore, Dio, che è Padre, ha mandato suo figlio Gesù ed è lui che sazia questa fame. Andate dove volete, girate, ma alla fine arriverete a questo punto: capirete che fuori di Cristo non trovate la risposta a questa fame essenziale e profonda. È Cristo la risposta alla nostra fame. Egli si è dato a noi, e non solo ci ha dato se stesso per risolvere la nostra fame e la nostra sete, ma nel suo amore è stato così fedele ad ognuno di noi fino ad arrivare alla croce. Noi lo abbiamo gettato sulla croce perché non sapevamo riconoscere la vita che lui ci portava e quindi lo abbiamo crocifisso. Tu in un primo momento crocifiggi ogni persona che ti dà la vita perché non vuoi uscire dal tuo regno di morte. Cristo è morto in croce perché capissimo che lui è morto a causa del nostro rifiuto d’amore, ma nonostante ciò ha continuato ad amare e ci ha dato la prova più grande del suo amore. Vedendolo sulla croce abbiamo capito che lui ci ama e che è l’unica nostra salvezza!

Giovedì – 4° di Quaresima

11222472_903163916438728_884276072156080609_nVangelo Gv 5, 31-47
In quel tempo Gesù rispose ai giudei: “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera… Voi avete inviato messaggeri da Giovanni… Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere… E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me…”..
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Le inconfondibili argomentazioni di Gesù spaccano i suoi uditori in due gruppi ben distinti di persone: quelle che l’accolgono e quelle che lo respingono. Come avvenne ai tempi dell’evangelista, così avviene ai nostri giorni. Non mancano persone, apparentemente giuste e incensurate, le quali, pur di essere fra coloro che nella vita occupano posti di prestigio, mettono da parte le parole di Gesù e ne respingono il valore profetico. In tal modo non sono in grado di assaporare le autentiche gioie della verità. Riteniamo convincenti le prove che Gesù ci fornisce a favore della sua divinità? Allora, da che parte stiamo? A fatti, non semplicemente a parole.

Mercoledì – 4° di Quaresima

11224061_10208074563165219_8631435435341555968_nVangelo Gv 5, 17-30
In quel tempo Gesù rispose ai giudei: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero… Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio…chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna”.
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Giovanni riporta questo avvenimento, perché nella comunità ecclesiale, alla fine del primo secolo, era ancora molto diffusa, specialmente fra i giudei convertiti, la mentalità che fosse l’osservanza della legge a comunicare la salvezza. Queste persone, poi, giudicava no aspramente i fratelli che non si attenevano alle rigide osservanze legali. La Parola, oggi, è donata a noi. Molte volte corriamo il rischio di fermarci alle pratiche religiose, dimenticando che sono un mezzo e non il fine della vita cristiana. Lo scopo ultimo è il contatto vivo e costante con la persona stessa di Cristo, unica fonte di salvezza. Se Gesù diviene l’unico punto di riferimento, allora non è nemmeno necessario che noi attendiamo, con il fiato sospeso, il giudizio finale al termine della nostra vita. Gesù, infatti, afferma che, chi ascolta la sua parola e crede nel Padre, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, perché è già passato dalla morte alla vita.

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Martedì – 4° di Quaresima

11222472_903163916438728_884276072156080609_nVangelo Gv 5, 1-3a.5-16
Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina… Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù , vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?… Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare..
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Gesù si avvicina alla folla e, in modo paradigmatico, ne guarisce un componente, quello più solo e abbandonato, che non ha nessuno che l’aiuti. L’iniziativa è indispensabile per la salvezza: se Cristo non si fosse interessato del paralitico, che attendeva da trentotto anni, questi avrebbe atteso ancora all’infinito. Occorre pure la collaborazione umana. Nel paralitico sembra esserci solo parzialmente, in quanto non capisce a fondo il dono della salvezza totale, che Cristo vuole offrirgli. Per questo si ritrova guarito, ma non salvato. Non sa nemmeno chi l’abbia guarito. Quando l’impara, non fa alcuna professione di fede in Cristo; anzi si reca a fare la spia, ed è occasione almeno implicita, dell’odio iniziale dei capi verso Gesù. Si può sottolineare la diversità di comportamento tra questo miracolato e il cieco nato, che professa Cristo e accetta di essere “scomunicato” per lui. Il nostro comportamento nei riguardi dei doni che Dio ci elargisce in continuazione, assomiglia a quello del paralitico della piscina o a quello del cieco nato? Attenzione, perché, scegliendo un comportamento anziché l’altro, ci giochiamo in positivo, o in negativo, la nostra salvezza eterna.