Il Villaggio di Nhapata

Il villaggio di Nhapata de Palha si trova a sud di Maxixe e confina a nord col villaggio di Mabil 2 e a sud com quello di Macoamene. Ha una popolazione di circa 825 abitanti, secondo il censimento effettuato nel 2011 dalle autorità locali. La gente di questo villaggio è per la maggior parte molto povera in quanto si dedica a lavori umili, prevalentemente alla coltivazione della terra. Altre attività sono rappresentate dalla lavorazione del legno delle palme da cocco e dalla pratica del piccolo commercio nei tanti mercati che costeggiano la strada nazionale n° 1. Chi pratica l’agricoltura coltiva soprattutto mandioca, miglio, fagioli, verdura, ortaggi e frutta. E’ molto praticata anche la pesca dei granchi, dei gamberi e di pesce che viene venduto direttamente sulla spiaggia così come la raccolta e la vendita delle ‘macute’, le foglie delle palme da cocco che servono per ricoprire i tetti delle capanne.

A Nhapata de Palha non esiste ancora la possibilità di usufruire della corrente elettrica e nemmeno dell’acqua potabile pertanto la gente si approvigiona di acqua recandosi al pozzo più vicino com le taniche da riempire. A causa di questa situazione è ancora molto alta la mortalità infantile dovuta a malattie gastro-intestinali e malaria tenuto conto anche dei vari casi in cui i genitori dei bambini, per negligenza, non ricorrono tempestivamente all’intervento del personale sanitario.

Il ‘posto di salute’ più vicino si trova a 4 chilometri di distanza ma è di dimensioni molto ridotte e poco attrezzato, senza medico, è presente una piccola maternità. Per casi più gravi di malattia bisogna recarsi al ‘posto di salute’ di Maxixe, che si trova a 11 chilometri.

Il consumo eccessivo di bibite alcoliche prodotte artigianalmente, le gravidanze indesiderate e il frequente abbandono dei minori sono i problemi che maggiormente colpiscono il villaggio. Per rispondere a questa situazione e dare un supporto alle famiglie del posto, i padri della Sacra Famiglia nel 1999 hanno iniziato qui la loro attività missionaria istituendo la comunità cattolica di Santa Cruz. Inizialmente si è cominciato a rilevare e monitorare il peso dei bambini per poi, nel 2001, dare vita alla prima scuola dell’infanzia della comunità, i cui obiettivi principali sono :

  1. aiutare i bambini a crescere insieme, in un ambiente educativo adeguato, con la presenza di personale qualificato e capace di trasmettere valori e insegnamenti utili alla loro crescita e al loro futuro;
  2. permettere un accrescimento psico-fisico armonioso;
  3. fornire loro le basi per un miglior inserimento nella scuola primaria;
  4. aiutarli a crescere nella loro comunità e a rispettarne le norme e i valori sociali.

Si è iniziato con un totale di 41 bambini, dai tre anni fino a quelli che frequentavano la scuola primaria ma usufruivano del progetto ‘Trabalho para casa’, una sorta di doposcuola. Le attività avevano inizio alle 13 e si protraevano fino alle 16 e venivano svolte da quattro educatori: Bento Manuel, Cremildo Sandro, Amélia Zacarias e Teresa Manuel e le mamme dei bambini aiutavano nella preparazione del pranzo. Gli educatori erano volontari.

Nel 2001 venne assunta anche la cuoca e le attività vennero spostate nella mattinata, dalle 7 alle 11.

Nel 2004, grazie allo sforzo della gente del villaggio unito a quello dei padri della Sacra Famiglia, si rese possibile l’acquisto di una vecchia costruzione che aveva gli spazi giusti per essere utilizzata come scuola dell’infanzia. Fu restaurata e chiamata ‘Creche Marilene’ in memoria della moglie di un benefattore di Torino che, rimasto vedovo, si era dedicato con molta passione a questa causa, finanziando il restauro e la nascita della scuola dell’infanzia.

Dal 2002 al 2007 i bambini sono aumentati progressivamente da 56 fino a 129 per poi ridursi fino agli attuali 35. All’interno della scuola lavorano due educatori e una cuoca.