A Mia Madre

p-michelangelo-01La comunicazione ti arriva sopra ogni pensiero e inattesa, all’inizio dell’estate: partirò in missione per il Mozambico ad ottobre e mi unirò ai confratelli della comunità di Maxixe.

Le scelte scaturite al Capitolo generale dell’anno scorso ti avevano fatto pensare cha almeno per qualche anno il figlio sarebbe stato blindato in servizi che l’avrebbero visto assente dall’Italia per brevi periodi, trovando in ciò rassicurazione al cuore. Si sa che la vicinanza delle persone più care è prezioso balsamo nel tempo della vecchiaia e per le ferite che la vita, suo malgrado, ha subito e generato.

La preoccupazione del futuro distacco e la paura di perdere anche questo figlio vedo affiorare con delicato pudore e occhi lucidi negli scambi che abbiamo in questa corta estate. Ma il tuo cuore di madre mostra di sapere anche che questo figlio dal 1985 appartiene ad una famiglia più grande. A indicagliela è stato il Signore, offrendogli la sua amicizia chiamandolo dietro di sé, per continuare la sua missione nel mondo attraverso il carisma di santa Cerioli, rendendolo libero di esporsi ai rischi che la missione comporta, non per ingenuità o presunzione, ma per obbedienza.

Vado dunque lontano? La comunione dei santi e la condivisione della missione di evangelizzare trasfigurano le distanze e incoraggiano il viaggio, cioè il percorso che si lascia alle spalle, un inizio per entrare in spazi e culture e ritrovarvi la stesso Spirito di Dio che fa fiorire il deserto. Non vado dunque lontano, perché nessun paese è lontano per chi dimora in Dio, vado invece incontro a una invocazione, a una sete, a gente che vive vicino al cielo come tutti, e il missionario con la testimonianza della sua comunità religiosa e in comunione con la chiesa del territorio, indica a tutti che la via della gioia ha il volto amabile e crocifisso di Gesù e l’abbraccio misericordioso e paterno del Padre.

Vado dunque lontano? Le amicizie costruite nel mio servizio apostolico nelle comunità dell’Andreana-Orzinuovi e a Martinengo, la fraternità cresciuta nei servizi generali alla Congregazione, le radici familiari e culturali non sono legami che la distanza può estirpare, sono invece come un vento amico che spinge avanti, avanti, anche attraverso la solitudine della savana mozambicana, nella certezza di non essere mai solo.

Vado dunque lontano? Vado piuttosto vicino, vicino alla comunità di credenti raggiunta dal servizio pastorale ed educativo che tiene viva la fede come il piccolo seme che germoglia e produce frutto senza fare rumore, senza attirare l’attenzione, vicino a tanti che vivono altre religioni, vicino ai bambini e ai giovani, a ogni uomo e ogni donna che forse sono curiosi o in attesa di scoprire come è un fratello mandato a vivere la fede in Gesù che salva in mezzo a loro.

Cara mamma, affidiamoci vicendevolmente alla Grazia e prega per me, perché possano incontrare un uomo contento di essere tutto per il Signore. Anche così si compie l’evangelizzazione.

Tuo amato figlio, p. Michelangelo