Famiglia Nostra GENNAIO-FEBBRAIO 2017

Cari amici lettori, nei primi mesi di questo nuovo anno la nostra Congregazione ha concluso il ricordo
della nascita della sua Fondatrice: lei ci sveglia e ci chiama a tendere l’orecchio alla voce di Dio e alla voce dei piccoli che chiedono il suo aiuto. In questo numero della rivista siamo contenti di potervi raccontare alcune delle tante iniziative di formazione, di festa e di preghiera che sono fiorite
nelle nostre comunità in diverse parti del mondo
in occasione del compleanno di santa Paola Elisabetta.
Insieme alla festa c’è anche la sofferenza: un ciclone ha flagellato le nostre comunità del Mozambico, che ci chiedono preghiere e aiuti. Il tempo della Quaresima che abbiamo da poco iniziato
è una occasione buona per chiederci se c’è qualcosa a cui possiamo rinunciare per aiutare che ha bisogno di noi.

Famiglia nostra Novembre-Dicembre 2016

Cari lettori,
  la nostra Congregazione continua a stare accanto alle famiglie per aiutarle nella missione di educare i loro figli, con le attività ricreative dei nostri centri educativi e delle nostre parrocchie.
Con la rivista vi raccontiamo le cose che ci stanno a cuore: le esperienze educative, la passione per il Vangelo, le storie delle persone che dedicano la loro vita (o qualche mese) alla missione di educare in nome di Gesù. Siamo contenti di condividere con voi questi passi, perché percorriamo la stessa strada e ci aiutiamo a vicenda a scoprire, nelle gioie e nelle difficoltà di ogni giorno, la presenza e la mano di Dio. Sentiamo che sarebbe necessario fare di più; soprattutto per quei tanti bambini che emigrano verso la nostra vecchia Europa senza i loro genitori.
Purtroppo le nostre forze sono limitate. Ma crediamo che è già un buon passo credere che è giusto accogliere loro e chi come loro scappa dalla guerra e dalla fame. Ne va della nostra umanità e del nostro futuro. Ne va della nostra fede, che non può essere vissuta chiudendoci in casa nostra facendo finta che non esiste chi soffre.

http://www.youblisher.com/p/1652183-FAMIGLIA-NOSTRA-N-176/

LA STORIA DI DANIEL

  A scadenza biennale da metà novembre a metà gennaio ero in Italia ed a chi mi chiedeva perché durante il freddo rispondevo: “Per sfuggire, almeno ogni due anni ed un paio di mesi dalla calda estate mozambicana”. Durante una di queste pause, era il 2008, mi venne chiesto di animare la giornata missionaria che la parrocchia di in un paesello della bergamasca aveva programmato per la seconda domenica di dicembre e così, nella fredda e soleggiata giornata di quel 14 dicembre, ebbe inizio la storia che vado raccontando.
Al termine della messa “grande”, quella delle 10,30, mi avviai verso la porta principale della Chiesa dove, ad attendermi, c’era una famigliola composta da papà e mamma e tre figli che mi chiesero se potevo passare da loro. La casa era vicina e raggiungerla era facile per cui ci demmo l’appuntamento a dopo la messa vespertina. Mi raccontarono che quell’anno avevano avuto un’entrata extra né programmata né voluta che volevano condividere “a sollievo di chi non ha tutte le nostre fortune materiali”. Parlai loro della scuola secondaria che in Marracuene stava per iniziare suggerendo l’arredo di una classe e raccontai di Daniel, un ragazzo senza il papà e con la mamma che sostentava se stessa ed i figli vendendo i prodotti del suo orto. Descrissi Daniel come un ragazzo sveglio e di buona volontà che avevamo avviato ad un corso di Contabilidade (ragioneria). Dopo alcuni giorni mi fecero sapere che era nelle loro possibilità offrire l’arredo di un aula e che intendevano sostenere con una borsa di sutio gli studi di Daniel.
Daniel, concluse il curso medio de contabilidade con la soddisfazione di vedersi proclamato “miglior studente dell’anno”. D’accordo con la famiglia italiana che lo sosteneva si iscrisse all’UNISAF (Università Sacra Famiglia) di Maxixe ma, purtroppo, il corso scelto: Contabilidade (Economia e Commercio) era solo post laboral (serale). Preoccupati dal fatto che gli rimanesse tutta la giornata libera e convinti che ce la potesse fare gli proponemmo di tentare contemporaneamente la frequenza di due Corsi ed inoltrammo richiesta d’autorizzazione. Daniel ce la mise tutta e le aspettative non vennero deluse. Si rivelò il miglior alunno dei due corsi tanto da – e questa è una opportunità che le Università mozambicane offrono a chi più studia e meglio si prepara – venir annualmente dispensato dalla quasi totalità degli esami.
Nel 2014 si guadagnò pure un viaggio-premio di due settimane in Italia per l’ottima perfomance dimostrata nell’apprendimento della lingua italiana con un corso organizzato presso l’UNISAF dalla Fondazione Tovini di Brescia. In quell’occasione conobbe e passò un fine settimana con la sua famiglia “adottiva”. Con voti eccellenti Daniel ha concluso gli esami di entrambe i corsi di laurea e adesso si prepara per le due Difesas (Tesi) che discuterà a breve.

IL TUO 5×1000 FA LA DIFFERENZA!

Si può fare molto mettendo insieme il 5 x mille donato da tante persone. Si tratta di una quota di imposte cui lo stato rinuncia a favore delle Associazioni ed Enti no-profit che svolgono attività a rilevanza sociale e della quale anche la nostra  “Sacra Famiglia Solidale – Onlus” può usufruire. Concretamente si tratta di un gesto solidale a costo zero ed alla portata di tutti perché indipendente da quanto si guadagna.
Con la quota derivata dalla generosità di tanti anonimi donatori lo scorso anno “Sacra Famiglia Solidale – Onlus” ha potuto sostenere il progetto “Arredo Didattico Jandira” realizzato nella “Escola Sagrada Família”,  che si trova a Jandira in un territorio con più di un milione di abitanti, dove è l’unica scuola ad orario prolungato e con una proposta educativa di qualità per la fascia di popolazione medio bassa e questo perché siamo convinti che una buona scolarizzazione riduce le disuguaglianze e i disagi sociali, crea pari opportunità e migliora la socializzazione e la qualità e quantità dell’apprendimento.
La “Escola Sagrada Família” di Jandira, risale alla seconda metà degli anni ottanta come l’arredo obsoleto di cui era dotata e che da tempo faceva fortemente avvertire la necessità di rinnovarlo, non tanto per ragioni estetiche ma perché i bambini che vi passano 10 ore al giorno necessitavano di banchi adeguati all’età e sedie confortevoli, così come gli insegnanti abbisognavano di cattedre funzionali e sedie comode mentre nelle classi si sentiva l’esigenza di lavagne sulle quali scrivere e disegnare facilmente e di armadi dove riporre ordinatamente  il materiale didattico.
E’ proprio grazie al 5 x mille che un bel mattino i bambini e le bambine di questa scuola hanno visto arrivare sotto le finestre delle classi un grosso camion con il nuovo arredo.
A voi immaginarne la felicità.
Ecco il riassunto economico del progetto “Arredo Didattico Jandira”.
DETTAGLIO COSTI DEL PROGETTO “ARREDO DIDATTICO JANDIRA”       
  
30    banchi per le prime classi    R$4.560,00   € 1.470,97       
30    sedie per le prime classi   R$ 2.520,00   € 812,90       
240    banchi per le classi dalla 5ª alla 9ª    R$38.159,00   € 12.309,35       
240    sedie per le classi dalla 5ª alla 9ª   R$ 22.799,00   € 7.354,52       
10    cattedre per insegnanti    R$3.330,00  € 1.074,19       
10    sedie per insegnanti    R$950,00    €306,45       
10    lavagne    R$11.070,00    €3.570,97       
18    armadi    R$5.400,00   € 1.741,94     

 
totale        R$   88.788,00    €  28.641,29    
 
   

Curitiba

La città di Curitiba si trova nello stato del Paranà, in Brasile. Ha una popolazione di 1.551.000 ab., su un territorio di 432 Kmq ad un altezza s/m di 934 metri.curitiba2

La storia della città

Curitiba nella lingua delle tribù indios significa “terra dei molti pini”. E’ la capitale dello Stato del Paranà. Ha quasi 1.600.000 abitanti ed è situata 400 km. più a sud si São Paulo. Fondata nel 1692 è una delle città più antiche del Brasile. Città “europea” con un reddito pro capite al di sopra della media nazionale si prepara ad essere la quarta forza economica del Brasile. La popolazione, nella quasi totalità discende da immigrati, soprattutto italiani, polacchi, tedeschi e ucraini. Pur con il suo volto europeo conosce anch’essa i problemi e le difficoltà di tutte le altre città brasiliane: povertà, violenza, disuguaglianza sociale, emarginazione, meninos de rua.

La storia della nostra presenza

Curitiba 00-06La fondazione della Parrocchia di Sant’Ignazio d’Antiochia martire risale al 28/02/1976. Con il Curitiba 00-16suo affidamento alla Congregazione avvenuto in data 16/01/2000, ha preso avvio la più giovane delle nostre Comunità Brasiliane che, oltre alla pastorale parrocchiale e agli interventi caritativi in favore dell’infanzia e delle famiglie più disagiate, si occupa prevalentemente della formazione dei giovani candidati alla vita religiosa e sacerdotale che hanno chiesto di far parte della nostra famiglia religiosa. Poiché la città è dotata di buone scuole filosofiche e teologiche e offre valide opportunità per la preparazione culturale dei giovani, il 23 gennaio 2001 è stato inaugurato il Seminario teologico della nostra Delegazione brasiliana, costruito nel corso dell’anno giubilare 2000, nel quale ora si trova un buon gruppo di giovani in ricerca vocazionale che vive la propria esperienza formativa con la vita comunitaria, lo studio, la preghiera e il discernimento.

Jandira-Itapevi

La storjandira6ia della città

Jandira in lingua Tupì Guarany significa “favo di miele”. L’inizio della sua storia coincide con quello di una sconosciuta località dove le locomotiva per Sorocaba si rifornivano di legna. In questo luogo immerso nei boschi, arrivò negli anni cinquanta la famiglia Sammartino con alcuni altri pionieri che acquistarono una grande estensione di terra che lottizzarono. Ebbero così inizio i primi stanziamenti e sorse un villaggio che, cresciuto in questo sperduto “luogo delle palme”, nel giro di pochi decenni è diventato la Jandira di oggi. Giuridicamente la città è divenuta municipio indipendente da Cotia l’8 dicembre 1964.

La situazione socio economica

In questi ultimi anni la città di Jandira ha subito una profonda modificazione, così come la gran parte della periferia della grande città di San Paolo. È cresciuto il tenore di vita, sono cresciute le possibilità di lavoro, si è stabilizzata la presenza delle famiglie sul territorio. Mentre alcuni anni fa si trattava di una città dormitorio che non offriva nessun tipo di lavoro, oggi le grandi industrie si stanno trasferendo in questa regione e danno la possibilità agli abitanti di Jandira di incontrare lavoro vicino a casa. Questo favorisce il radicarsi delle famiglie sul territorio e richiede allo stato di organizzare le forme di vita civile. Non sempre i comuni riescono a far fronte alle nuove esigenze. Ancora molte sono le situazioni di precarietà circa la salute e l’educazione. I centri di apprendimento medico sono scarsi e poco funzionali, le scuole sono spesso contenitori poveri con un basso livello di insegnamento. Si sta vincendo piano piano il fenomeno dei “meninos de rua”, quei bambini cioè che sono costretti a trovare qualche tipo di lavoro (vendere qualcosa sugli autobus, pulire le scarpe, portare la spesa) per far quadrare il bilancio domestico spesso aggravato dalla mancanza del padre e da un salario molto basso della madre. Sta sicuramente crescendo la fascia media della popolazione, ma ancora persistono gravi disparità tra coloro che possiedono tantissimo e coloro che sono costretti a vivere nella necessità.

La nostra storia in Jandira coincide con quella della città. Fin dalla sua fondazione ci siamo occupati del servizio religioso, in seguito abbiamo creato le condizioni per avviare una vera comunità parrocchiale che venne dedicata alla «Madonna Aparecida» ed ebbe ufficialmente inizio nel 1970. L’aumento degli abitanti (oggi 125 mila) rese necessaria una seconda parrocchia che nel 1987 fu dedicata a “San Francesco” e poi, nel 2006, una terza dedicata a “Nossa Senhora de Fatima”. Accanto alla nostra casa sono sorti un centro di accoglienza e una scuola per 450 alunni che senza il nostro aiuto non avrebbero mai potuto studiare perché appartenenti alla classe più povera della città. A Jandira ha sede anche la nostra Regione brasiliana che è il cuore dell’Istituzione in Brasile, il centro propulsore di ogni iniziativa di evangelizzazione e il punto di riferimento di ogni nostro progetto di cooperazione internazionale.

 

ITAPEVI

La storia della città

itapeviLa città di Itapevi si trova  a una distanza di 43 km dalla capitale, il sistema dei trasporti è ben sviluppato, con treni e autobus. I treni viaggiano dalla mattina alle 3.30 fino alla mezzanotte. Le principali attività economiche della città sono l’industria metallurgica e il commercio. Negli ultimi tre anni c’è stata un notevole sviluppo dell’industria. Il patrono della città è san Giuda Taddeo e nel quartiere dove si trova la missione c’è la Parrocchia di Nostra Signora Mediatrice di tutte le Grazie, dove vengono sostenuti circa 400 bambini attraverso i progetti della Pastorale.

I nativi della città di Itapevi sono chiamati ‘itapeviensi’. Itapevi è stata costituita città il 18/02/1959. Il nome della città deriva da ‘fiume di Itapevas’, cioè fiume che scorre su lastre, pietre piatte e questo nome fu dato dagli indios carijos che abitavano questa zona fino alla fine del XIX secolo.

Le famiglie Nunes e Abreu  fondarono un primo nucleo di abitanti incorporato nel vicino villaggio di Cotia per tutto il XIX secolo e portarono molte migliorie come ad esempio la costruzione di una chiesa intitolata al santo patrono Giuda Taddeo. Nel 1875, don Pedro II inaugurò la stazione dei treni di Cotia, facente parte della linea ferroviaria di Sorocabana. Infine, Joaquim Nunes Filho nel 1920 elevò Cotia al titolo di ‘distretto’.

La crescita urbana di Itapevi divampò in particolare nel 1980, quando la città fu scelta per costruire alloggi in grado di ospitare i migranti appena arrivati nella regione. Questo ha fatto di Itapevi una città dormitorio per lo più di salariati di poche conoscenze e competenze e la maggioranza di essi riceve uno stipendio minimo, all’incirca 150 euro, insufficienti ovviamente per garantire una vita dignitosa. La povertà qui è ben visibile e spesso rasenta la miseria. In una situazione così chi paga il prezzo più alto sono come sempre i bambini, di famiglie numerose, abbandonati spesso a se stessi o affidati alla cura di parenti, quasi sempre i nonni. <Frequentano la scuola dell’infanzia o la scuola primaria, non tanto per avere accesso ad una buona istruzione, ma per garantirsi un pasto sicuro. L’alimentazione in questa regione è molto povera, fondamentalmente a base di riso e fagioli e, quando possibile, carne, soprattutto di pollo perché costa meno.

Negli ultimi anni ci sono state frequenti inondazioni che hanno causato tante difficoltà e perdita di molti beni agli abitanti che risiedono lungo il fiume. Le inondazioni causano anche un aumento delle malattie, soprattutto quelle respiratorie e aumento della presenza di insetti con relativo aumento del rischio di contrarre malattie come la malaria e la febbre gialla.

L’assistenza sanitaria pubblica ospedaliera nella città di Itapevi lascia molto a desiderare e non sono rari i casi di decessi in attesa di avere accesso ad esami e trattamenti medici. Chi se lo può permettere usufruisce di assistenza privata.

Le case sono mal costruite e spesso nei quartieri mancano le vie fognarie e l’asfalto. Sono presenti 24 scuole pubbliche e due scuole private per un totale di 53.000 alunni. Purtroppo la scuola accoglie i bambini solamente per mezza giornata, per il resto del tempo le famiglie non sanno come gestire le attività dei loro figli, che il più delle volte si ritrovano a giocare per strada. Sono stati istituiti dei progetti per i bambini e i ragazzi da parte del Comune ma i posti disponibili sono pochi e la maggior parte dei ragazzi non ne può usufruire. Sono presenti uno stadio e la palestra comunale a cui tutti possono accedere per praticare vari sport. La Casa della Cultura offre spettacoli ed eventi artistici in tutte le stagioni dell’anno grazie alla presenza di un teatro e della biblioteca.

I religiosi della Sacra Famiglia, presenti in Itapevi dal 1951 e nel rione ‘Engenheiro Cardoso’ dal 1977, sono da sempre accanto alle famiglie più bisognose, fornendo loro aiuti più che mai necessari. Col progetto che noi definiamo ‘Pastoral da Criança’, mettiamo in atto diverse iniziative. In primo luogo educhiamo le mamme circa l’igiene personale, la pulizia della casa e le istruiamo per un’alimentazione che sia per i piccoli ricca di vitamine e proteine. In secondo luogo, teniamo monitorata, ogni mese, la salute dei bambini piccoli, ci preoccupiamo per le vaccinazioni prescritte e necessarie; controlliamo la crescita dell’altezza e il progresso del peso. Con la bella iniziativa ‘Adozione per un sostegno a distanza’ riusciamo a soccorrere un buon numero di bambini e le rispettive famiglie: sono molti di più coloro che necessitano di aiuto, ma confidiamo sempre nella provvidenza divina.

Montes Claros

La città di Montes Claros, situata nello Stato di Minas Gerais, in Brasile, con la sua superficie di 3.582 km2, una popolazione stimata di 352.384 abitanti (IBGE 2007), occupa il sesto posto nel Minas Gerais nella classifica delle grandi città. Scuole dell’infanzia, elementari e medie vengono offerte sia da parte dello stato che privatamente. Nel campo dell’istruzione superiore agiscono l’Università Statale di Montes Claros (Unimontes), l’Universidade Federal de Minas Gerais (UFMG) e molte altre istituzioni private, rendendo la cità di Montes Claros un efficace e valido centro universitario. Montes Claros ha una buona rete di assistenza sanitaria ma non riesce a soddisfare in pieno le richieste, perché vi convergono le richieste di tutta la regione. Gli eventi culturali sono molto articolati e ricchi: molte feste tradizionali riempiono il suo calendario ma nonostante tutte queste funzionalità, la città ha gravi problemi sociali che richiedono urgente attenzione.

Cercando di minimizzare le conseguenze dannose della siccità che limitavano il loro bestiame (in precedenza il maggior sostegno economico della regione) in 70 anni, la città è cresciuta rapidamente con l’industrializzazione che ha portato allo spopolamento rurale, attirando migliaia di persone dai comuni limitrofi. Tuttavia, c’è stato il fallimento di alcune di queste industrie. Di conseguenza, il numero dei disoccupati è aumentato drammaticamente, impoverendo la sua periferia, che appare come baraccopoli e dimostra tipici problemi sociali della povertà, bambini abbandonati, alcolismo e abuso di droghe, disfunzioni familiari, violenza domestica e urbana, malnutrizione, scarsa igiene, endemiche ed epidemiche malattie, abbandono delle donne, prostituzione (anche minorile), formazione di bande…casa M.C. 00-03

Data questa realtà, la Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Montes Claros, la cui DOC220212-003filosofia di azione è l’impegno assiduo e premuroso per migliorare la situazione, si propone di affrontare questi problemi sociali creando alternative che nobilitano la condizione umana, fornendo un futuro. Per farlo, hanno basato i loro progetti con azioni, che sortiscono effetti correttivi e preventivi grazie a una buona organizzazione, a risorse umane e infrastrutture. Così il CCAP, assistenza del CUORE DI BAMBINI “Paula Elizabete” è un progetto che desidera fornire, attraverso l’educazione, lo sport, l’arte, la cultura e il tempo libero, il valore stimato per l’umanità dei bambini e ragazzi esposti a situazioni sociali vulnerabili e vittime della povertà, dell’abbandono, dello sfruttamento sessuale, della violenza domestica, del lavoro minorile, dell’uso di droghe e dell’assenza di concreti piani di sviluppo. L’iniziativa vorrebbe nel contempo che le potenzialità educative dello sport, della cultura e dell’arte rappresentino per le giovani generazioni un trampolino di lancio per esprimere il proprio talento che la massificazione sociale tende ad annichilire.

La nostra proposta sa offrire 3.500 m² di spazio costruito all’interno di un’area verde di 14.000 quadrati, con sale per vari laboratori didattici, biblioteca culturale e artistico, sala gioco, cucine e sale da pranzo, campo da calcetto, campi da tennis, campo di sabbia, laboratorio Computer e Internet, laboratorio falegnameria, cucito, chioschi, piscine per bambini e giovani. Agiscono all’interno di questa struttura 38 educatori suddivisi in diversi settori e anche 5 apprendisti, 10 volontari brasiliani e 5 volontari stranieri. Abbiamo anche delle partership in atto con diverse realtà: Gruppo Impegno Missionario – Grimm, Petrobras, Elster, Gury Hardware, Freestyle, Numero Uno, Senac, Vale Cafe Leticia, ATC-MC, Sala M. M. Claros, la Segreteria Municipale Istruzione M. Segretariato sociale per lo sviluppo e M. Sport. E come sostegno per l’adozione a distanza di bambini e adolescenti ci avvaliamo della collaborazione dell’Ufficio Missionario della Sacra Famiglia di Martinengo.

Peabiru

Peabiru si trova nello stato del Paranà a circa 300 km dal confine con l‘Argentina ed il Peabiru1Paraguay. La sua economia agricola offre scarse possibilità di lavoro che, di solito, è anche male retribuito. Gli uomini generalmente sono “boia-fria”, ossia lavoratori stagionali impiegati nelle grandi fazendas per la raccolta di caffè, canna da zucchero, soia, cotone. I missionari della Sacra Famiglia in questi decenni hanno dato molto a questa gente. Ora una buona e funzionale struttura ospita più 400 alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Non molto distante da questa scuola è stata realizzata una ‘casa famiglia’ che ospita una dozzina di ragazzi senza genitori, o affidati dal tribunale dei minori al nostro istituto. Organizzano insieme a numerosi volontari la ‘pastoral da criança’ che consiste nel prendersi cura completamente delle famiglie più povere, in particolare dei loro bambini.

 

Assai

La città di Assai si trova nello stato del Paranà, in Brasile. La sua popolazione è di 19.620 abitanti su un territorio di 447 Kmq ad un altezza s/m di 640 metri.
assai2La storia della città
La storia di Assai è legata a quella dell’immigrazione giapponese in Brasile e il suo nome, nella lingua di questi immigrati, significa: “terra del sole nascente”. Fondata ufficialmente il primo maggio 1932 la città divenne municipio il 20 ottobre 1936. I suoi primi abitanti erano tutti immigrati giapponesi che, insediatisi nella valle del fiume Tibagi la disboscarono, si dedicarono all’agricoltura e vi costruirono le abitazioni avviando nella regione un progressivo insediamento di molti altri loro connazionali che, all’epoca d’oro del caffè (anni 50/60), portarono la città ad una relativa floridezza. Oggi i giapponesi sono il 40% della popolazione.

La storia della nostra presenza

La parrocchia cattolica venne fondata dai Missionari della Congregazione del Verbo Divino (Verbiti) che vi costruirono la chiesa parrocchiale inaugurata il 14 maggio 1944. Oltre alla comunità parrocchiale centrale ci sono 12 cappelle rurali e 4 urbane. In città vi è anche la presenza attiva di ben 22 altre diverse confessioni religiose derivate dal cristianesimo, dal buddismo o dallo scintoismo che, insieme, contano circa 3.000 fedeli.

Il 26 gennaio 1986 Il Vescovo di Cornelio Procopio, ha affidato la parrocchia dedicata a “São José” a noi religiosi della Sacra Famiglia di Martinengo. Noi oltre che nell’evangelizzazione, seguendo i dettami e le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa e l’ispirazione della nostra Fondatrice, la Beata Paola E. Cerioli, che voleva un avvenire sicuro per tutti i piccoli soprattutto per quelli in difficoltà perché poveri, orfani, abbandonati, ci stiamo impegnando nel soccorso all’infanzia bisognosa.

Maxixe-Mongue

58459_10151277607101791_723699289_n La città di Maxixe, situata nella provincia di Inhambane nel sud del paese del Mozambico, nel 1913 diventò il primo distretto della provincia, com una popolazione stimata in 105.895 abitanti (censimento del 2007). Confina a nord col distretto di Morrumbene attraverso il fiume Nhanombe, a sud coi distretti di Jangamo e Homoíne.

Il comune di Maxixe è costituito da cinque aree suddivise in 30 località com caratteristiche sia urbane che rurali. E’ considerato la capitale di Inhambane dal punto di vista economico ma nonostante ciò rimane tanta povertà, ci sono problemi di accesso all’acqua potabile, il diritto alla salute non è garantito a tutti, l’igiene è quasi sempre scarsa, i quartieri sono disordinati e il commercio illegale crDSC00110esce con un ritmo allarmante. La popolazione femminile è del 55% e svolge attività informali prevalentemente nell’agricoltura e nel piccolo commercio. Il clima è tropicale umido, l’umidità relativa è intorno al 74% nel mese di ottobre con un massimo del 79% nel mese di giugno. La città di Maxixe è bagnata dalle acque della baia di Inhambane, la vegetazione è molto ricca e si coltivano verdure, ortaggi, cocco, anacardi, mango. E’ molto sviluppata la produzione di oli, saponi, lavorazione del legno e della lamiera.

HPIM0285Come abbiamo già evidenziato, non tutti gli abitanti di Maxixe hanno la possibilità di accedere ai servizi sanitari e devono percorrere lunghe distanze per raggiungere strutture meglio attrezzate. Il settore scolastico di Maxixe necessita ancora di molti investimenti, la città dispone di 26 scuole primarie e secondarie mentre sono carenti i fondi per le scuole dell’infanzia perché si è preferito dare la priorità alle scuole professionali e alle università.

La disoccupazione arriva al 48%, non ci sono molte offerte lavorative e questo porta ad un aumento delle attività illegali in città.P1020360

E’ molto preoccupante il numero dei bambini che non hanno accesso all’ambiente scolastico e vivono in situazioni di rischio sociale, in situazioni di povertà con scarso accesso all’acqua, all’elettricità, al cibo, alla salute. Questo contesto di miseria, disoccupazione, abbandono, emarginazione, violenza e basso reddito procapite aggrava la situazione delle famiglie della zona. I missionari della Sacra Famiglia lavorano a favore dei bambini e delle loro famiglie con attività sociali ed educative cercando di favorire l’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro una volta che si è concluso il percorso scolastico.