Vangelo Lc 1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine… «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio… »… Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»…
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Maria è la vergine che concepisce. A me colpisce moltissimo la parola che dice l’angelo all’annunciazione: «Piena di grazia, il Signore è con te. Dio ha pensato di farti essere madre». Lei si turba: «Come potrà avvenire questo?». Il momento profondo di riflessione e poi il grido: «Ecco, io sono la serva del Signore» con tutte le terribili conseguenze. E appena Maria dice: «Ecco, sono la serva del Signore», subito «Il Verbo si è fatto carne» (Gv 1,14). Io ho visto che soltanto quando noi diciamo «Sono il tuo servo, Signore, mandami lì; mandami là, mandami dove vuoi, non ha più importanza per me, l’importante è che io ami, sono fratello di tutti»; subito il Verbo si fa carne. Anche oggi passa attraverso il nostro sì l’incarnazione di Cristo. Non passa attraverso le nostre parole, se non minimamente, ma Cristo si incarna nel nostro sì momento per momento.