Sabato – 3° di Quaresima

10385391_982773101736552_4575707277143500531_nVangelo Lc 18, 9-14
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano… Io vi dico: questi tornò a casa giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
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Una signora si accosta al sacramento della riconciliazione, e inizia in questo modo la sua accusa: “Padre, sono otto giorni che non mi confesso. Non me la sento di accostarmi alla comunione… Come le ho già detto, dei peccati non ne faccio; è mia nuora che è cattiva. Vuole che le racconti cosa fa? Lo sa che non va mai alla messa, che parla male dei preti, e che…”. Con tutta probabilità, la signora non ha celebrato validamente il sacramento della penitenza. Non rimane altro che implorare “san Clemente” affinché interceda per questa persona, e veda se le si può, per caso, applicare l’”ottavo” sacramento, vale a dire quello dell’ignoranza… Per quanto ci riguarda, sarà bene che ci serviamo rettamente dei sette, istituiti da Gesù Cristo. In particolare, accostiamoci da poveri pubblicani, dal momento che lo siamo, e con le dovute disposizioni al sacramento della riconciliazione. Usciremo dalla chiesa giustificati.